A livello sonoro il gruppo death metal originario della Tasmania teme pochi rivali. Era evidente in passato, e lo è ancora di più adesso che il successore di ‘As The Kingdom Drowns’ è nei negozi, come l’interesse principale di questi musicisti sia superare gli altri in termini tecnici. Non tanto di passaggi intricati o di soluzioni ritmiche complesse quanto di suoni. Per certi versi il suono di chitarra di Joe Haley ha segnato una svolta per il movimento technical death e la stessa cosa si potrebbe affermare per gli altri membri. A mancare è però un pezzo che faccia da conduttore, un sentore di compattezza che dal vivo risulta fondamentale. A volte ‘Divine Council’, presentato con il consueto grande artwork a cura di Eliran Kantor (Hatebreed, Thy Art Is Murder), appare un po’ troppo asciutto, privo di dinamiche e incoerente. Premesso questo gli appassionati di technical death si godranno una mazzata non distante per impatto e violenza da ‘Ob(Servant)’ e ‘The Inherited Repression’, con Jason Peppiatt in grande forma (‘Rend Asunder’ e ‘Awakening’) e David Haley semplicemente perfetto dietro il suo portentoso drum kit. Prosthetic Records (An Autumn For Crippled Children, Horndal, Gama Bomb) sta facendo un ottimo lavoro in fase di promozione, ma in tutta sincerità non sono sicuro che potrà bastare per accrescere il consenso di questa amena realtà estrema sul mercato statunitense.