Al di là della bellezza stratosferica dell’artista finlandese, la sua musica è cresciuta tanto che sono sorpreso che ‘Ruska’ non esca per etichette più importanti come Svart o Season Of Mist. Le radici del suono di Vermilia affondano sempre nella cultura pagana, in quelle atmosfere sinistre che si trovano quasi esclusivamente nelle foreste che circondano i mille laghi narrati dagli Amorphis. ‘Hautavajo’ e ‘Tuonen Joki’ hanno anticipato l’uscita di un disco che prende spunto dalla materia estrema trattata da Ajattara e Moonsorrow almeno quanto da realtà pagan-folk quali Wardruna e Heilung. ‘Alkusointu’ è chiamata ad introdurre una tracklist viscerale e ridondante, che non ammette repliche. Nel giro di qualche minuto sarete travolti da potenti scream black metal così come da epiche melodie sinfoniche, come se la materia preferita di Nightwish o gli Epica venisse costantemente sporcata da chi è cresciuto con la malvagità dei Darkthrone. ‘Hautavajo’ e ‘Tuonen Joki’ sono gli apici di una scaletta che però non vive di alti e bassi. Al contrario ‘Ruska’ propone un viaggio unico ed irripetibile, scevro dai dettami della tecnologia moderna e ispirato dal rapporto con la Natura più selvaggia e oscura. Sono certo che qualcuno troverà similitudini col percorso di Myrkur, anche se il background di influenze è totalmente differente, ma la personalità di Vermilia è fortissima, sin dal primo singolo ‘Vedestä Vieraantunut’ edito cinque anni orsono, e confondere con paragoni inutili sarebbe farle un torto. Attenzione perché nella purezza del suo sguardo potreste sul serio leggere il futuro.