Magari in tour non si noterà troppo, ma ho sempre odiato i gruppi che viaggiano col pilota automatico ed al contrario rispetto chi ha sempre cercato di evolvere il proprio stile pur mantenendosi fedele ai valori di inizio carriera. Il successore di ‘Berserker’ potrebbe essere un passo falso per carità, però la sensazione è che gli svedesi abbiano semplicemente cercato di immettere qualcosa sul mercato, in maniera da tenere buoni i vecchi fan e potere ripartire in tour prima possibile. Questo sarebbe doppiamente grave, non solo perché in controtendenza con tanti lavori della truppa guidata da Johan Hegg, in un periodo storico in cui la musica è passata in secondo se non in terzo piano. In ‘The Great Heathen Army’ non c’è cuore, manca tutto quello che è alla base del viking o semplicemente del death metal. La tecnica di Olavi Mikkonen e Johan Söderberg non si discute eppure trovatemi anche solo un riff memorabile in poco più di quaranta minuti di durata. In ‘Saxons And Vikings’ appare Biff Byford dei Saxon, mentre ‘Get In The Ring’ e ‘Oden Owns You All’ sembrano scritte apposta per agitare il pubblico sotto palco. Il resto è una delusione totale. Troppo finto e frammentato per essere vero.