Ritengo che sia doveroso precisare subito che non siamo ai livelli di ‘Avé’, ma pure stavolta Tony “Demolition Man” Dolan e Jeff “Mantas” Dunn sono riusciti a confezionare un prodotto in grado di attrarre i vecchi fan dei Venom ed allo stesso tempo non sfigurare al fianco delle formazioni heavy metal moderne. Al loro fianco troviamo Jeramie Kling, già il soprannome War Machine la dice lunga sul suo conto, batterista originario del Michigan che ricordiamo con Ex Deo, The Absence e Wommbath, capace di risvegliare anche i morti con le sue potenti braccia. La base è sempre un heavy metal ruvido, evocativo, improntato sul basso più che sulla chitarra e tracce come ‘Infinitum’, ‘ Don't Feed Me Your Lies’ e ‘The Dance’ si staccano leggermente da quanto proposto col debutto, tentando di allargare i propri orizzonti. Per il resto il materiale rimane ancorato a territori oscuri ed estremi, con una produzione ferrea e legata a valori datati e poche sorprese in termini di arrangiamenti o soluzioni melodiche. Non so se sarà sufficiente per entrare nella storia o mantenere il contratto con Nuclear Blast, però va dato atto al trio di non essere sceso a compromessi o essersi venduto in un periodo storico nel quale tutti hanno sofferto gravi perdite economiche.