-Core
Vök
Vök
Nettwerk Music Group - Bertus
Pubblicato il 20/09/2022 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Intro
2. Something Bad
3. No Coffee at the Funeral
4. Cold
5. Lose Control
6. Headlights
7. Skin
8. Stadium
9. Illuminating
10. Miss Confidence
11. Lost in the Weekend
12. Running Wild

Fin dai primi anni di carriera, Margrét Rán ha fatto di tutto per distinguere il proprio progetto dalle altre stelle nascenti della scena islandese, mantenendo un approccio compositivo unico ma cercando ugualmente di infondere alle soluzioni melodiche ed agli arrangiamenti un profilo internazionale. Quando poi si è aggiunto Einar Stef (l’uomo mascherato che martella i nostri timpani per gli Hatari), il dream pop degli esordi ha lasciato il posto a nuove influenze, l’elettronica ha assunto un ruolo fondamentale e la musica dei Vök è decollata. L’uscita di ‘Feeding On A Tragedy’ ha chiuso un’era della band, che difatti riparte con un terzo lavoro in studio pensato per illustrare un approccio compositivo che ancora non conoscevamo. Il lato più dance degli islandesi emerge in alcune delle tracce chiave di una scaletta bilanciata tra beat letali e alt-pop di qualità. La cantante, di recente anche al fianco dei Gusgus, si supera in ‘No Coffee At The Funeral’ e ‘Skin’ ma la sua confidenza col pubblico e con la propria arte è ormai tale che l’ascoltatore non può non rimanere travolto. Una voce incredibile che rappresenta un patrimonio da preservare. La capacità di risultare commerciali e di attrarre allo stesso tempo chi ascolta musica alternativa o post-rock non è da tutti e il trio tenta di imporsi sul mercato americano con ‘Cold’ e ‘Lost In The Weekend’. Il mixaggio è stato curato da David Wrench, celebre per aver lavorato con Arlo Parks e Let’s Eat Grandma, mentre del mastering si è occupato Glenn Schick, già a servizio di Phoebe Bridgers e Agent Fresco, per un suono corrosivo eppure delicato, euforico eppure malinconico, moderno eppure legato al synth pop degli anni ottanta. ‘Something Bad’ e ‘Lose Control’ sono delle gemme melodiche che dal vivo acquisteranno ancora più potere e ‘Running Wild’ un omaggio a tutta la scena islandese, stracolma di musicisti di talento che vivono coccolati da un movimento che li supporta fin dalla tenera età ed allo stesso tempo frustrati dalla difficoltà di staccarsi dalle proprie certezze e trovare consenso lontano dalla terra del fuoco e del ghiaccio. In fase di presentazione è stato sottolineato più volte il messaggio di libertà di genere e sessuale trasmesso da diversi testi ed il tal senso è davvero illuminante vedere come piccoli versi, immagini di vita reale, squarci autobiografici e riflessioni sull’ambiente queer siano in grado di assumere un volume da stadio e raggiungere un numero spropositato di persone. Dopo averli ammirati a Serravalle Rock, di spalle agli Editors e tante volte a Iceland Airwaves, mi auguro di poterli riabbracciare il prima possibile e godere di questo materiale da brividi anche nella dimensione live.

Songs
1. Intro
2. Something Bad
3. No Coffee at the Funeral
4. Cold
5. Lose Control
6. Headlights
7. Skin
8. Stadium
9. Illuminating
10. Miss Confidence
11. Lost in the Weekend
12. Running Wild
Vök
From Islanda

Discography
Figure (2017)
In The Dark (2019)
Vök (2022)