In passato i texani hanno ricevuto tre nomination ai Grammy Awards e credo che stavolta potrebbe essere davvero la volta buona. Non solo ‘Spirits’ – presentato con l’accattivante copertina di Micah Ulrich (Lacuna Coil, Chelsea Grin) - è nettamente il loro album migliore, ma ha tutto quello che vogliono gli appassionati di rock di oggi ovvero una produzione moderna, tanta elettronica, effetti speciali, ritmiche pressanti, una voce in grado di incantare ma anche di prendere a schiaffi e soprattutto un singolo migliore dell’altro. Si fa infatti fatica a trovare gli apici di una scaletta nella quale elementi progressive e alternative metal convivono con un approccio tipicamente rock. Gli oltre sei minuti di ‘Tired Of Winning’, presente sulla colonna sonora di ‘The Retaliators’, sono sufficienti a chiarire l’alto tasso tecnico di ognuno dei componenti ed il basso di Daniel Oliver è in costante primo piano nel mixaggio. Il cantante Johnny Hawkins – ideatore di un test di personalità per promuovere la release - si ritaglia uno spazio importante in ‘You Don’t Know What Love Means’, cercate il videoclip girato da Robyn August (Snoop Dogg, Saves The Day) se non lo avete ancora visto, ma anche il chitarrista Mark Vollelunga, uno che deve aver ascoltato del buon djent di recente, ed il drummer Ben Anderson non sono da meno. Il quartetto gira a mille, come quando si sbatte sui palchi di mezzo mondo, e la trasportabilità live del materiale è assicurata nonostante la complessità di alcuni arrangiamenti.