Sinceramente in pochi si sarebbero aspettati un matrimonio musicale del genere. Da una parte Dave Ellefson, fuoriuscito per i noti motivi dai Megadeth ed ora alla ricerca di una nuova vita artistica che si sta dipanando attraverso numerosi progetti e dall’altra uno dei migliori cantanti degli ultimi anni, quel Jeff Scott Soto che ogni anno tira fuori almeno un paio di dischi per i propri fan che, dobbiamo dire, fanno fatica a mantenere i suoi ritmi forsennati. Da questo connubio abbastanza particolare, ne è venuto fuori un album algido e molto vicino alle sonorità che sta proponendo da qualche stagione a questa parte l’ugola, tra gli altri, dei Sons Of Apollo. I brani, quasi tutti, sono molto tirati e metallici e portano in dote una buona forza melodica, come dimostrano la prorompente “Sharpen The Sword” e la bonus track (perché?) “Lone Star” che si fanno apprezzare tantissimo per delle aperture di tutto rispetto. Abbiamo detto della cattiveria che si mescola alla velocità ed allora, senza entrare nel mondo che fu dei Megadeth, il duo regala agli ascoltatori la prepotente “S.T.N.” che è davvero un bel cazzotto in faccia. Stesso discorso si potrebbe fare per “Like A Bullet”, anche se in questo caso il riff iniziale di chitarra non può non ricordare quello realizzato in “Crazy Babies” da Zakk Wylde e presente nel controverso album “No Rest For The Wicked” di Ozzy Osbourne. Ci sono anche soluzioni diverse che ogni tanto compaiono, come l’uso degli archi che si ascoltano nella bella “The Day Before” e la presenza di un flauto di purissima natura medioevale che si trova in “Rise To Win”. Entrambi gli episodi cambiano l’atmosfera ad un platter che, tutto sommato, è gradevole, ma privo di quelle canzoni che potremmo definire delle hit, anche in considerazione dello spessore e del curriculum imponente dei due musicisti in questione. Lascia di stucco anche l’aver collocato tra i bonus “Out Of The Blue” che è una ballad vecchio stile e che, in altri tempi, sarebbe, molto probabilmente, andata a finire dritta come un treno in classifica. Oggi, però, siamo nel 2022 e un lavoro come questo potrebbe fare contenti coloro che hanno a cuore le sorti del redivivo Ellefson o che hanno tutto di Mr. Soto. Per il resto siamo nel campo dell’ordinaria amministrazione. Non possiamo parlare di delusione epocale, ma neanche di miracolo sulla via di Damasco. Ci troviamo, invece, dinnanzi a un lavoro fatto con il mestiere (tanto), che servirà per accumulare qualche royalties in più all’interno di conti in banca già pieni di soldi e che non saranno sicuramente in rosso.