Nei mesi scorsi ha fatto notizia la scelta di Colin Edwin di non unirsi ai Porcupine Tree per il loro ritorno discografico, l’emozionante ‘Closure/Continuation’, ed il conseguente tour. Al di là delle motivazioni che possono aver portato ad una decisione del genere, il bassista inglese torna nei negozi con il quarto disco – mixato da Machine (Lamb Of God) - del singolare progetto che vede coinvolti anche il cantante-songwriter Lorenzo Esposito Fornasari, Pat Mastelotto dei King Crimson e Carmelo Pipitone dei Marta Sui Tubi. Rispetto a ‘Ramagehead’, la produzione è decisamente più anni ‘90 con l’iniziale ‘As I Leave’ e ‘Consequence’, impreziosita dal duetto con Elisa, che sembrano evocare le atmosfere di ‘Singles – L’amore è un gioco’. A tratti l’estrazione prog è palese, mentre in altri frangenti emergono influenze alternative rock ed arrangiamenti sinfonici. Jo Quail suona il violoncello in ‘Someone Waits’ ed il lavoro grafico è stato curato niente meno che da Adam Jones dei Tool e Denis Rodier della Marvel/DC Comics. ‘Hope For The Ordinary’ è forse il pezzo chiave. Non perché sia necessariamente il migliore, ma perché sottolinea come nella musica degli O.R.k, e nella strepitosa voce del loro frontman, non ci sia alcunché di ordinario, al contrario della stragrande maggioranza delle uscite di oggi.