A tre anni circa da ‘Left Fallow’, i tedeschi si ripetono con cinque tracce ferali che vagano, senza un orientamento preciso, tra post-metal e ambient. Il materiale è stato composto durante la pandemia e in seguito registrato agli Hidden Planet Studios di Jan Oberg, dove sono passati tra gli altri The Ocean e Sun Worship, che si è occupato pure del mixaggio e del mastering. In fase di presentazione è stato sottolineato il ruolo centrale delle chitarre e ‘Transient’ viene definito un disco più focalizzato sui riff, ma personalmente, scrutando l’artwork di Fabian Schlinsog e misurandomi con una densità sonora come quella proposta con ‘Trajectory’ o la title track, sono rimasto impressionato più dall’atmosfera generale, cupa e marziale, che dalle chitarre o dalla batteria. In ogni caso siamo di fronte ad un disco strumentale, assolutamente consigliabile in vinile, che cerca di catturare la dialettica di fenomeni transitori come l’insostenibile leggerezza e vacuità dell’essere umano, le difficoltà che incontriamo nella vita e le relazioni che costruiamo e poi mandiamo in frantumi in scenari claustrofobici. In tal senso colpisce l’artwork, un’immagine rarefatta di un edificio popolare berlinese nel quale migliaia di persone dimorano come fantasmi. I nove minuti di ‘Shattered’ chiudono questo secondo capitolo nella speranza che a livello sociale qualcosa cambi. Una ferma attestazione di forza, in attesa che il mercato si risvegli anche per sonorità avvolgenti di questo tipo.