Siamo dominati dalla paura. Viviamo nel costante timore che qualcosa di brutto succeda e veniamo tempestati da notizie negative perché in questo modo possiamo essere controllati più facilmente. Il consiglio è quindi di imparare a leggere tra le righe, non nutrire alcuna apprensione nello scoprire la propria strada ed il talento che ognuno di noi possiede. Al di là della voce incredibile di Jillian Taylor, che vale da sola l’acquisto di questo disco illustrato da Welder Wings, il gruppo di Philadelphia aveva già dimostrato in passato di possedere un talento superiore alla media, riuscendo a distinguersi nella comunità psichedelica internazionale grazie ad un songwriting sempre più evoluto e una produzione talmente organica da riuscire ad azzerare l’inevitabile distacco tra musicisti e pubblico. Per il successore di ‘Planetary Space’ ha pensato ad una serie di tracce che potessero connettersi immediatamente con l’ascoltatore, senza smarrire la natura heavy dei riff di Johnny Scarps. La cantante si guarda allo specchio, riveste di estro i passaggi più dinamici e, tra scenari lugubri e retaggi di Pink Floyd (omaggiati con la reprise di ‘Pigs’ nel tributo di Magnetic Eye), David Bowie e Blue Öyster Cult, la tracklist esibisce un fenomenale potere trascendentale, a dispetto del fatto che sia stata creata in un periodo di forti turbamenti e pestilenze. A produrla è stato Paul Ritchie dei The Parlor Mob, band hard rock del New Jersey che rammentiamo per ‘And You Were A Crow’, mentre il mixaggio è stato affidato a Matt Schenk, che ha donato maggiore visibilità all’organo di Sean Kahn Hur contribuendo a rendere elettrizzante il viaggio sonoro. Un gruppo che pare appartenere ad un’altra epoca, ma che allo stesso tempo sa imporsi per freschezza e potenza, per le sue melodie ataviche e un feeling che ha seriamente del paranormale.