Quando ho iniziato ad ascoltare heavy metal non c’erano in giro solo Iron Maiden, Metallica e Suicidal Tendencies, ma anche gruppi che facevano dei muscoli e dei giacchetti borchiati più improbabili un vero e proprio marchio di fabbrica. Erano tempi in cui non potevi skippare col lettore cd ma dovevi ascoltarti ‘The Crown And The Ring (Lament Of The Kings)’ dei Manowar o ‘Alexander The Great’ della Vergine di Ferro in tutta la loro durata per passare ad altro. Compravi Metal Shock e in copertina c’erano Ted Nugent o Yngwiee Malmsteeen e potrei andare avanti a lungo. Capirete bene quindi che per il sottoscritto ritrovarsi in redazione promo come questo abbia un valore che va oltre la qualità intrinseca dei pezzi. Zeke Sky – pianista, chitarrista e quasi wrestler professionista - giunge al debutto vero e proprio (in passato aveva pubblicato un altro full lenght e un EP indipendenti) con undici tracce che si muovono liberamente tra NWOBHM, progressive metal, psichedelia e addirittura world music. Fin dai primi minuti è evidente che il ragazzo ha talento da vendere (‘Light The Sky’) e lo vuole mettere in mostra il più possibile. Tra virtuosismi esasperati e concessioni melodiche, ciò rappresenta un punto di forza ma a volte anche un limite perché alcuni arrangiamenti avrebbero potuto essere meno intricati (‘Level The Heights’ e ‘Faith And Sorrow’) e più diretti, soprattutto in favore della dimensione live. C’è da capire poi come verrà trasportato il materiale in tour, non solo perché molto parte dal pianoforte ma perché servirà una band con gli attributi.