Come suggerito del resto dal titolo, ‘Private Collection’ si rivela un disco intimo, personale, molto ricercato per l’artista svedese che fa parte, col marito Kjetil Nernes, degli Årabrot. Mentre questi ultimi hanno appena dato alle stampe l’EP ‘Heart’, a suggellare il processo dell’ambizioso ‘Norwegian Gothic’, l’autrice di ‘Ashes To Gold’ e ‘Church Of Imagination’ ha scavato nei suoi archivi offrendo al proprio pubblico versioni di brani del passato, capaci di mettere ancora più in evidenza la sua straordinaria interpretazione vocale. Al suo fianco, oltre a Kjetil naturalmente, troviamo Andew Liles dei Nurse With Wound, che ha suonato i synth, e Benedetta Simone, sue le parti di violoncello che irrobustiscono gli arrangiamenti. Alcuni di essi sono davvero magnifici e si prestano a remix di vario tipo, vedi quello dell’inedito ‘Traces Of Me’ a cura dei Liars, e crescendo melodici violenti come ‘Blue Roses’ e ‘Look What You’ve Done’ danno la misura del talento smisurato di questa donna che ha trovato nella campagna norvegese e nella famiglia gli spunti per abbattere i pregiudizi della cultura pop mainstream scandinava. ‘Private Collection’ ci regala la sua essenza più pura (‘Opium’), cruda e ipnotica (‘Tokyo By Night’) e illumina, con la sua bellezza oscura, il superbo catalogo di Pelagic Records, che l’anno scorso aveva già pubblicato la sua collaborazione con Lustmord.