Una copertina di sicuro effetto, realizzata da Carlo Vivary, per il ritorno nei negozi della band psichedelica di Lipsia, che già si era fatta apprezzare in occasione dell’uscita prima di ‘Radial Perception’ e poi di ‘Your Sugar’. Nonostante siano trascorsi tre anni dal precedente lavoro in studio, ‘limbo666’ segna una continuità forte sia in termini sonori che per quanto concerne arrangiamenti e approccio compositivo. Scorrendo le tracce, sembra infatti che siano state composte subito dopo quelle di ‘Your Sugar’ e che addirittura alcune idee, legate alle linee vocali di Christian Kämper ma non solo, possano essere nate in comune. L’impeto del guitar work di Theo Rolf e Eric Glatzel risulta notevole, così come quello dei sintetizzatori che sono più evidenti nel mixaggio di Patrick Stäudle (‘Freudian Autocorrect’ e ‘Light In The Cloud’). Il disco parte alla grande con ‘Limbo’, un pezzo diretto che affronta il tema della monotonia e della depressione che affliggono la società moderna, ma anche ‘Cut The Wire’ e ‘The Mission’ sono episodi che segnano progressi importanti, sia nell’ottica della dimensione live sia nella capacità di distinguersi tra le miriadi di formazioni dipendenti, in maniera più o meno volontaria, dal rock targato anni ‘70.