Sono venuto a conoscenza dell’esistenza di questo gruppo post-punk svedese nel corso dell’intervista con i Rotten Mind. Johan Sverredal mi ha parlato così bene degli Svart Katt che ho dovuto quasi per forza ascoltarli e devo ammettere che il primo impatto è stato notevole. A quel punto ho scritto ai ragazzi e mi sono fatto spedire il vinile del loro ultimo album per recensirlo e quando è arrivato il pacchetto in redazione la sorpresa è stata notevole. Un disco magnifico, decorato in stile splatter, e dei suoni in grado di far rabbrividire le più ambiziose formazioni anglosassoni o statunitensi. Il post-punk, signori, è una cosa seria e in Scandinavia sanno bene cosa sia l’hardcore-punk, a differenza di tante dark band che spuntano fuori e sgomitano per entrare a far parte della scena. Per certi versi il tiro di chitarra e batteria degli Svart Katt mi ha riportato alla mente gli Skrattar di Guðlaugur Hörðdal dei Fufanu o roba molto vecchia come i norvegesi Liliedugg. Questo perché il loro secondo full lenght, che segue di qualche mese l’EP ‘ Allt Blir Nog Bra’ ed è stato anticipato dai singoli ‘Allt Går Över’ e ‘Du Var Så Bra’, non segue regole precise e arriva sempre al dunque. Il batterista Micke si è occupato di registrazioni e mixaggio e non è quindi un caso che il suono di batteria sia mostruoso. Allo stesso tempo l’epoca di ‘Rosta Sönder’ e ‘När Allt Är Över’ pare dimenticata, con un largo uso di synth e parti vocali malinconiche capaci di attrarre pure qualche adolescente alla ricerca di pop più sporco del solito. La resa live è assicurata e il cantato in lingua madre non rappresenta un impedimento ad amarli. Al contrario li rende più singolari e freddi come i The Minds Of 99. ‘Tänk Om Vi Vetat Då’ e ‘En Andra Chans/Allt Är Okej’ sono altri due passaggi che non lasciano dubbi sulle loro qualità.