Il ritorno dei bolognesi è un avvenimento da segnare sul calendario e rappresenta uno dei punti forti del programma di Go Down Records, che l’anno passato con ‘Just Like This!’ degli Small Jackets ci ha regalato una meraviglia dalla quale dobbiamo ancora riprenderci. Un artwork intinto di pulp, a cura di Paolo Massagli, introduce l’ascolto del successore di ‘Good One’, atteso quattordici anni, e la sensazione che assale immediata è quella di un approccio decisamente heavy e psichedelico alla materia stoner e garage rock. Il mestiere aiuta gli Alix quando c’è bisogno di tenere alto il livello di attenzione, ci sarà un motivo per cui i ragazzi non ascoltano più i dischi dall’inizio alla fine, e pezzi come ‘Last Dreamer’ e ‘Ride Your Light’ vi costringeranno a recuperare dagli archivi le gemme scandi-rock e punk della vostra collezione. La voce di Alice Albertazzi, apprezzata anche con gli Alice Tambourine Lover, è manna dal cielo e illumina una scaletta che si muove sinuosa come un serpente a sonagli. A volte ti avvolge, ti riscalda, ti lascia sognare scenari blues anni ‘70 (‘Empty Space’), mentre in altri frangenti ti morde, ti scuote, ti fa venire voglia di essere sotto un palco di provincia a sudare in nome del rock più sporco e duro. Agli opposti e completamente diverse tra loro, ‘Anymore’ e ‘Why Don’t You’ sono altri due passaggi memorabili.