Se siete rimasti affascinati dal nuovo disco dei Goat (‘Oh Death’), nel terzo lavoro del collettivo francese troverete quel senso di pace che solo la grande musica riesce a trasmettere. Non avrebbe senso cercare di descrivere il genere proposto da Alan Regardin (tromba), Ronan Courty (contrabbasso), Ronan Prual (contrabbasso) e Matthieu Prual (sassofono e clarinetto) perché sarebbe quasi offensivo al cospetto di influenze disparate e aperte all’interpretazione di chi ascolta. Per certi versi l’approccio dei No Tongues mi rammenta quello dei Northwest eppure siamo quasi agli opposti sia in termini di background che di stile. Di sicuro ‘Ici’ si muove in territori jazz ed è una release che ha nel suo fervore tribale un punto di forza. Poi potere definirla avantgarde, psichedelica, free jazz… fate un po’ voi. Di certo c’è che le voci di Isabel Sörling (‘Kulning’ e ‘Makam Fantôme’), Elisa Corre (‘Parrandada De Entroido Do Canizo’), Linda Oláh (‘Chien Chien’) e Loup Uberto (‘Fronni d’alia’) rendono più varia l’esperienza, accrescendo anche il mistero che si cela dietro all’album. Le registrazioni si sono svolte sotto la supervisione di Mathieu Fisson (Mermonte, Mha), che si è occupato pure del mixaggio, mentre l’artwork di Antoine Baillargeau, capace di attrarre gli appassionati di dark e new wave, sebbene spettrale non riesce a distrarre dalla bellezza dell’offerta sonora. É chiaro che dischi come ‘Ici’ non sono per tutti, ma vi imploro di fare un tentativo, acquistare una copia e godere fino in fondo della visione creativa unica di chi non sa bene se seguire le regole degli esseri umani o rassegnarsi definitivamente a rimanere in disparte come i fantasmi.