Ormai sono tanti i gruppi di matrice hardcore che si spingono con decisione verso il metal e sperimentano con elettronica e nu metal. Nello specifico, i ragazzi di Philadelphia tentano di fondere l’aggressività degli Slipknot, con dei riff che sembrano mitragliate e atmosfere claustrofobiche e oscure nelle quali la tensione nervosa viene mantenuta a livelli inverosimili. Il drummer Sean Rauchut ed il frontman Mitchell Rogers sono i protagonisti assoluti di una release dallo spessore unico. Non solo non c’è paragone con i due dischi precedenti – il debutto ‘Pain Again’ e il successivo ‘In Darkness’ – né dal punto di vista compositivo né da quello della produzione e del mixaggio, ma la sensazione è che i Varials siano riusciti a trasmettere in studio esattamente ciò che riescono a riprodurre dal vivo in termini di energia e dinamiche. Un obiettivo non semplice da raggiungere, tanto che a volte non ci riescono anche formazioni di successo, e una serie di tracce che martellano di colpi l’ascoltatore fino ad annientarlo completamente. Tra queste spiccano ‘Ritual Division (HAÜS)’ e '.50' ma è obbligo segnalare pure ‘Day 3 : Revenge’ e ‘Phantom Power’. La prima vede la partecipazione di Matt Honeycutt dei Kublai Khan, di Jay Webster degli UnityTX e da Andrew Hileman degli I Am mentre la seconda viene esaltata dalla presenza di Darius Tehrani degli Spite.