Il 2020 non è stato solo l’anno dello scoppio della pandemia, ma un anno che ha costretto quasi tutti a riflettere sulla propria esistenza e scavare nell’interiorità per scacciare i vecchi drammi e scoprirne di nuovi e ancora più terribili. In questo periodo di isolamento, Andrea Chiodetti, ex chitarrista di The Foreshadowing, ha iniziato a comporre del materiale e lo ha presto condiviso con Jesse Haff e Egan O’Roruke dei Dailight Dies. Con una sezione ritmica del genere l’unico problema rimaneva la voce anche perché per descrivere ciò che l'umanità stava attraversando, in tutte le sfaccettature, era necessario appoggiarsi a interpreti diversi. In questo modo è nato un piccolo capolavoro, un disco costruito su trame melodic death e doom e impreziosito da una serie di performance strepitose. Mikko Kotamäki (Swallow The Sun) e Dan Swanö (Edge Of Sanity, Nightingale), che ovviamente si è occupato pure del mixaggio, rendono imperdibili ‘This Breath Is Not My Breath’ e ‘Shadow Haven’ che sono a chiamate ad aprire e chiudere una scaletta omogenea e evocativa. Nella title track appare Aaron Stainthorpe dei My Dying Bride mentre Mick Moss degli Antimatter è protagonista sia in ‘Perdition Mirror’ che in ‘The Tower’, una delle tracce più personali. Altri due apici sono senza dubbio ‘The New Forgotten Ones’, con Yann Ligner dei Klone, e ‘Der Nukleus’, con Carmelo Orlando dei Novembre, che potrebbero essere tranquillamente il tema principale di qualche serie televisiva dark. Un esperimento riuscito che ci auguriamo prosegua in tutta la sua forza evocativa.