L’unione di intenti tra Daniel “Backwald” Beckman, Philip “Lynd” Lindh (Sabaton) e Alessandro “Allyon” Conti (Rhapsody, Lione/Conti) si conferma pregiata, non soltanto per gli appassionati di symphonic power ma per tutti gli amanti del grande heavy metal. Nel corso degli anni il progetto svedese si è evoluto e da una sorta di omaggio ai Rhapsody si è trasformato in qualcosa di estremamente più personale e live oriented. In tal senso le orchestrazioni del successore di ‘Dawn Of The Dragonstar’ sono meno invasive e più bilanciate in un mixaggio che mette in risalto gli strumenti tipici delle live band. La batteria di De’Azsh è in costante primo piano e le parti soliste di chitarra giocano un ruolo determinante nelle dinamiche di un album molto vario e suggestivo. In scaletta si passa da pezzi epici e trionfali come ‘Twilight Force’ e ‘Dragonborn’ ad arrangiamenti più elaborati come ‘Highlands Of The Elder Dragon’ e ‘The Last Crystal Bearer’. Un album potente, divertente, esaltato dalle qualità fuori dal comune di uno dei pochi cantanti italiani in grado di competere a livello internazionale con i più importanti protagonisti della scena. Un album capace di rapire l’attenzione dell’ascoltatore per oltre sessanta minuti senza mai annoiare. Cavalieri! È pericoloso procedere il viaggio nel regno di Aloria da soli. Se siete pronti ad avventurarvi insieme nell'ignoto questa è la colonna sonora che fa al caso vostro.