Sono trascorsi quattro anni da ‘Burning Sermons’, non ancora perfetto nonostante la collaborazione con Emil Nödtveidt dei Deathstars, e l’heavy metal della band nata dallo scioglimento dei Sister Sin risulta ancora più roccioso e dinamico, meno caratterizzato da risvolti gotici ed estremamente diretto. Le novità maggiori sono rappresentate da alcune referenze a gruppi metalcore come Architects e Parkway Drive e dalle parti vocali di un paio di tracce in cui Liv Jagrell ha sperimentato maggiormente rispetto al passato. La cantante si è affidata ai chitarristi Simon Johansson (Wolf, Memory Garden) e Mike Wead (King Diamond, Mercyful Fate) per le registrazioni di un lavoro decisamente guitar-driven e in tal senso va sottolineata la prova delle due asce Patrick Ankermark (Viktoria Haze) e Jay Matharu (ex-Hexed e Eleine). Il mixaggio è stato poi eseguito da Tue Madsen (At The Gates, The Haunted) per donare un profilo internazionale a singoli come ‘Antihero’ o ‘I Am The Storm’, che hanno tutto per guadagnarsi un posto di rilievo nelle playlist di settore. Non solo ‘KaliYuga’ è nettamente il migliore album dei Liv Sin, ma il gruppo sembra nella direzione giusta per accrescere la propria attività live e ottenere consensi in mercati diversi da quello scandinavo o tedesco.