Per almeno un paio di generazioni i campionati del mondo di Italia 90 hanno rappresentato tantissimo, sia in positivo che in negativo. Pensate a Schillaci ed agli stadi decadenti, a quell’uscita a vuoto di Zenga ed ai capelli biondi di Caniggia che si muovono nell’aria mentre il destino ci condanna. Ce lo ricordano gli inglesi, che miscelano il meglio del post-punk degli ultimi anni (Idles, Shame, Fat White Family..) con influenze grunge, alternative rock e naturalmente brit pop. Un suono generale potente e distintivo, arrangiamenti snelli e dinamici, ma soprattutto la gran voce di Les Miserable spingono questo esordio a livelli importanti e danno la misura di ciò che il gruppo può regalare dal vivo. In attesa di vederli all’opera dalle nostre parti, pezzi come ‘New Factory’, ‘Funny Bones’ e ‘Golgotha’ si confermano sul medesimo status qualitativo degli EP usciti negli anni scorsi oppure dei singoli ‘Leisure Activities’ e ‘Tales From Beyond’. In scaletta si passa poi da momenti di rabbia e violenza represse, come l’iniziale ‘Cut’, ad altri passaggi in cui emerge la natura rock del progetto (‘Magdalene’). Un’opera prima letale, politica e scomoda, che riflette un percorso iniziato da tempo e basato su performance travolgenti. Come del resto è sempre valso per le formazioni post-punk o avant-punk che hanno scritto pagine di storia della musica.