A tre anni scarsi dal debutto ‘Solar Spectre’, si riaffaccia sul mercato il temibile duo formato da Xenoyr (Ne Obliviscaris, Antiqva) e Tentakel P. (Todtgelichter) ma sinceramente la proposta si è fatta troppo artificiosa per potere cogliere sul serio il segno. I musicisti invitati a partecipare alle registrazioni, svoltesi al Deep Void Studio, rendono la scaletta più varia e la presenza di Linsday Schoolcraft in ‘Death Rays’ per esempio non potrà che scatenare in tutti gli appassionati di black metal un profondo sentimento nostalgico nei confronti dei masterpiece dei Cradle Of Filth. Le grida insane di András Nagy (Sear Bliss) appesantiscono il contenuto estremo di ‘Voices From The End Of Time’ e ‘Night Journey’ (la terza traccia di ‘Glory Of Perdition’ degli ungheresi), mentre Adrienne Cowan (Seven Spires) e Marta J. Braun (Todtgelichter) alimentano l’epicità di ‘Iron Age’ e della reprise di ‘Ye Entraceemperium’ degli Emperor (dal capolavoro ‘Anthems To The Welkin At Dusk’). Ciò però non basta a distinguere ‘The Anticurrent’, presentato con il dipinto di Adrien Bousson in copertina, nel marasma di ottime uscite della Season Of Mist e gli australiani, tra invettive mistiche e referenze sci-fi, si smarriscono spesso in un eclettismo che non porta a nulla. Il cosmo ci divorerà presto e un altro Big Bang rifarà partire il ciclo della vita. Va bene tutto, però come colonna sonora vorrei altro.