Uno degli artwork più belli degli ultimi mesi e un ibrido tra progressive e alternative rock, che rapisce l’attenzione dell’ascoltatore dal primo all’ultimo minuto. Così il gruppo originario di Bergen – tanto per fare qualche nome Enslaved, Audrey Horne, Kings Of Convenience, Datarock.. - si riaffaccia sul mercato a distanza di due anni circa da ‘Smooth Failing’ dimostrando di aver compiuto progressi significativi sia dal punto di vista del songwriting che da quello dell’immagine e della promozione. Un approccio eclettico e maledettamente catchy, malinconico e vintage, in grado di attrarre fasce di pubblico di diversa estrazione e soprattutto di diversa provenienza geografica. ‘The Twins’ è infatti un disco che potrebbe piacere tantissimo oltreoceano, alcuni passaggi sono assolutamente pop e radiofonici, ma anche essere idolatrato da chi segue con maniacale attenzione le uscite di etichette come Kscope e InsideOut. A pubblicarlo è invece un’altra label di spessore come Apollon, che nel proprio catalogo può vantare album di gruppi come DePress, Deathcrush, Howlin’ Sun e Pymlico. L’album riflette i cambiamenti di pensiero e di comportamento che siamo abituati o costretti ad operare durante la nostra vita, idealizzando un gemello cattivo capace di condizionarci. Dal punto di vista sonoro c’è invece un po’ di tutto, dai Biffy Clyro ai The New Death Cult (anche loro appena tornati nei negozi con ‘Super Natural’), dai Soundtrack Of Our Lives ai Broen con retaggi funk, soul e new wave in quantità. ‘Blood Money’ e ‘Tumbleweed’ i pezzi che denotano una maturità superiore.