Nell’opera prima del gruppo originario di Francoforte c’è tanto della psichedelia di fine anni ‘60 e inizio anni ‘70, c’è la kosmische musik, un pizzico di shoegaze e new wave, ma soprattutto un’attenzione alle dinamiche che non si evince in tante release del settore. Le chitarre di Christian Blaser, che si occupare anche delle parti vocali, Wolfgang Schönecker e Steffen Ahrens propongono sfumature sempre differenti ed il sound è maledettamente live oriented, con retaggi evidenti di Pink Floyd e Porcupine Tree a rendere ancora più accattivante l’ascolto per il pubblico di lingua madre inglese. Il debutto in questione viene aperto da una traccia strumentale di venti minuti e di conseguenza appare chiaro che The Black Cat’s Eye sia un progetto che non si pone l’obiettivo di vendere milioni di copie, eppure le qualità individuali dei singoli musicisti e lo spessore delle linee melodiche fanno pensare che ‘The Empty Space Between…’ possa ottenere un riscontro significativo. I pezzi più originali in scaletta sono senza dubbio ‘Winter Song’ e ‘In My Dreams The Wind Chases Away The Clouds’, promossa col surreale video di Bernd Thiele, ma è da segnalare anche ‘Lostlostlostlostlostlostlostlost’, con le backing vocals di Lucie Cerveny. Da avere a tutti i costi in vinile, non fosse altro perché il mastering è stato eseguito dalla leggenda del kraut rock Eroc.