Dopo tanta attesa, la creatura symphonic power metal di Thomas Youngblood ci porta alla ricerca della nuova Babilonia. In fase di presentazione si parla del disco più introspettivo e vitale in carriera, ma sinceramente l’impressione è che gli autori di ‘The Shadow Theory’ abbiano pensato soprattutto alla dimensione live, bilanciando i valori del passato con gli spunti moderni introdotti con l’ingresso in line-up di Tommy Karevik (Seventh Wonder). A partire dal suo arrivo, la popolarità dei Kamelot è cresciuta ulteriormente e questo tredicesimo lavoro in studio, prodotto da Sascha Paeth e mixato da Jacob Hansen, è stato pensato e scritto per inaugurare una nuova era con un fervore cinematico ancora più accentuato (‘The Great Divide’), solenni orchestrazioni, influenze progressive e retaggi gothic anni ‘90. Alex Landenburg ha donato solidità alla struttura ritmica e anche gli ospiti sono d’eccezione. ‘Opus Of The Night (Ghost Requiem) vede la partecipazione della violoncellista Tina Guo mentre ‘New Babylon’, il singolo di maggiore potenziale assieme a ‘One More Flag In The Ground’ e ‘Eventide’, è impreziosito dalla presenza di Melissa Bonny (Ad Infinitum). In tutta sincerità, non credo che gli americani potessero tornare con un album migliore di questo.