Ho conosciuto Janice Sue Meghan Myers ad un festival, poco dopo la pubblicazione dell’EP ‘Make A Shadow’, e sono stato conquistato dalla sua bellezza e da una determinazione fuori dall’ordinario. Nel 2015 è uscito il suo full lenght di debutto, ‘Sorry’, e tre anni dopo ‘Take Me To The Disco’, che l’ha consacrata a livello internazionale. Questo terzo album ha tutto per renderla un oggetto di culto perché ha tutto ciò che serve per avere successo al giorno d’oggi. L’ibrido tra alternative rock e art pop è infatti venato della quantità di elettronica giusta per distinguersi sui servizi streaming che vanno per la maggiore e raccogliere consensi in fasce di pubblico diverse. In fase di presentazione ha dichiarato che ‘TZIA’ è “un viaggio di quattro anni di guarigione, risveglio esistenziale, trasformazione e rinascita” e che “serve a mettere in discussione i nostri sistemi di credenze e aprire i nostri cuori. È qui per ispirarci a guardare oltre le lenti limitate che siamo stati programmati per vedere noi stessi e il mondo in modo da poter integrare le nostre paure e abbracciare la nostra sovranità come i guerrieri della luce selvaggi, tosti e cosmici che siamo nati per essere.” Direi che c’è poco da aggiungere se non il fatto che ‘ME’ e ‘HTIS’, con Luna Shadows e Carmen Vandenberg come ospiti, sono tra i migliori singoli scritti in carriera. Gli altri apici dell’ascolto sono ‘MY MIRRORS’, ‘SPEAKING FOR THE TRUTH’ e ‘SOPHIA 144’, che vede la partecipazione di Nicole Perretti. La collaborazione con il songwriter e produttore Andy Rosen (The Handsome Public, Natalia Kills) è proseguita nell’ottica della dimensione live e il forte messaggio femminista a supporto della scaletta è un altro punto a favore di un’artista in crescita.