Un’opera d’arte in tutti i sensi. Cupa, potente, caratterizzata da una violenza inaudita ma anche capace di far riflettere e svelare atmosfere di grande spessore. Tutto è curato nei dettagli e non poteva essere diversamente, visto tutto quello che ha passato la band in questi anni. Stilisticamente, si prosegue lungo il solco tracciato da ‘Quiescence‘ e ‘Black Drapes For Tomorrow’ e quindi si parte da un death doom anni ‘90 per abbracciare tutte le sfumature del dark metal, con liriche che celebrano la bellezza nell’imperfezione e nella transitorietà e vogliono essere un invito a cercare la bellezza in tutto ciò che è effimero. A dominare sono la malinconia e la tecnica individuale di ogni singolo musicista, con Davide Straccione e Gabriele Giaccari in costante evidenza. ‘The Last Flower’ è una via di mezzo perfetta tra le atmosfere catartiche di ‘The Angel And The Dark River’ dei My Dying Bride e spunti moderni, soprattutto dalla scena nordica (‘A New Death Is Born’). Da brividi anche ‘Nothing Left To Burn’ e ‘Fading As One’, ideali per distinguere gli Shores Of Null nel ricco panorama internazionale permettendo loro di non sfigurare nelle playlist di settore, sebbene il vinile sia il formato migliore per ascoltare musica tanto evocativa e dilaniante. La copertina è stata realizzata da Sabrina Caramanico mentre le registrazioni si sono svolte tra il 2019 e il 2020 presso il Kick Recording Studio di Marco “Cinghio” Mastrobuono (Hour Of Penance, Fleshgod Apocalypse) così come il predecessore ‘Beyond The Shores (On Death And Dying)’, che tanto ha fatto discutere, e di conseguenza, dopo il tour con gli Swallow The Sun, ci aspettiamo un ritorno in studio a breve.