L’album più gotico e solenne da tempo immemore. Così i finlandesi hanno rotto il silenzio e donato ai propri fan un altro capitolo della loro leggendaria discografia, composto tra Helsinki e Los Angeles. Attorno alla figura carismatica di Jyrki Linnankivi, principale responsabile della svolta dark avvenuta da ‘Blessed Be’ in poi, si è creato ancora una volta quell’alone di mistero che contribuisce, assieme ad occhiali da sole, giubbotti in pelle e make-up nero, a mantenere sottile la linea di divisione tra il gruppo e l’oscurità. Sale la luna e pezzi come ‘Death Of Darkness’ e ‘Drive’, tagliata in due da uno spettacolare assolo di chitarra, ci accompagnano lentamente in un mondo decadente dal quale è impossibile fuggire. Pur basandosi su elementi molto semplici e ridondanti, la musica degli autori di ‘Wrap Your Troubles In Dreams’ e ‘Wasting The Dawn’ non annoia mai. Mentre scorre la scaletta, pare sul serio di vedere il frontman che scorrazza l’avvenente Kat Von D - sua la sensuale voce di ‘ This Murder Takes Two’ – sul Sunset Strip e questo perché il gruppo negli anni è stato bravissimo nel costruire un immaginario solido nel quale tutti potessero identificarsi. Ogni giorno abbiamo a che fare con una società in disarmo, siamo martellati da informazioni stupide e dobbiamo combattere contro la violenza a tutti i costi e la crisi economica. ‘Death Of Darkness’ non rappresenterà la salvezza ma è un disco che riesce veramente a trasportare in un’altra dimensione. Abbandonate la Terra con i 69 Eyes, consapevoli che prima o poi il sogno finirà.