Ascoltare quest’album, anche se si tratta di due generi abbastanza diversi tra loro, mi ha ricordato esattamente ciò che provai quando uscì ‘Locust’ dei Machine Head. Il combo metalcore di Boston è infatti tornato nei negozi con undici tracce viscide, oscure e quasi fastidiose, nel loro modo di insinuarsi nel disagio interiore di chi si pone all’ascolto. Il video di ‘Mother Betrayal’, uno degli apici compositivi di sempre della band che esordì oltre vent’anni fa con ‘The Stings Of Conscience’, aveva già anticipato l’atmosfera dilaniante del successore di ‘Extinction(s)’ ma adesso che l’intera scaletta, prodotta da Will Putney (Fit For An Autopsy, Thy Art Is Murder), è disponibile e le grida forsennate di Trevor Phipps si liberano senza freni non possiamo che chinare il capo e prepararci a soffrire. ‘Cremation Of The Living’ e ‘Invictus’ sono altre due mazzate niente male e nel complesso il mixaggio ha dato maggiore spazio alle chitarre senza inficiare affatto le ritmiche. ‘Dawn Of The Militant’ è un omaggio al thrash anni ‘80 con un finale corrosivo alla Lamb Of God ed in chiusura ‘Broken Arrow’ e ‘Theaters Of War’ lasciano aperte diversi prospettive interessanti per il futuro. Il cambio di line-up, con Ken Susi e Nick Pierce approdati alla corte di Tim Lambesis negli As I Lay Dying, non ha compromesso l’impatto ferale di ‘The Wretched; The Ruinous’ ed al contrario il ritorno di Mike Justian, che ricordiamo su ‘The Oncoming Storm’ e ‘III’, ha donato ulteriore energia al materiale.