Quasi in contemporanea con l’eccellente ‘Burning Shadows In The Southern Night’ dei Necrofier, Season Of Mist fa centro un’altra volta immettendo sul mercato il terzo lavoro in studio del gruppo originario della Georgia, dedito ad un black metal talmente gotico da spaventare anche i vampiri. Se Kipling ha dichiarato che “nessun prezzo è troppo alto da pagare per il privilegio di possedere sé stessi” allora ‘Black Flame Eternal’ è realmente uno strumento per potersi riappropriare della propria essenza e vedere oltre le difficoltà. Le similitudini con alcune fasi del percorso dei Watain sono evidenti, così come l’influenza dei Dissection, ma i Cloak sono riusciti a rendere i propri inni di ribellione spirituale decisamente originali e soprattutto sempre più potenti. La produzione è galattica e le chitarre di Scott Taysom e Max Brigham suonano talmente corpose che sembrano provenire da dietro la schiena. Una serie di rasoiate imponenti che ben si associano con testi che narrano di furia improvvisa ed incontrollabile, abissi e fiamme eterne. La copertina è opera di Jordan Barlow (Ritual Killer) e ‘Seven Thunders’ è forse il pezzo che meglio esprime il fervore compositivo degli americani. Un fervore che, rispetto a tanti colleghi che invece sembrano preferire arrangiamenti epocali in studio che di fatto si rivelano impossibili da eseguire in tour, potrebbe trovare la sua ideale trasposizione dal vivo.