Di origini italiane, ma ormai una star negli Stati Uniti. Laura Pergolizzi non ha solo scritto grandi pezzi per Rihanna e Christina Aguilera. Il suo ibrido tra indie rock e pop infatti le ha portato milioni di visualizzazioni giornaliere su YouTube. Prima è arrivato il successo di ‘Lost In You’, poi il magnifico ‘Churches’, che l’ha consacrata dal punto di vista artistico. Nell’album emerge la profondità dei testi e del messaggio, mai in contrasto con soluzioni anche di stampo commerciale, e la sensazione è che Laura veda tutto come dal palco di un festival. La sua musica è reale, cruda, ricca di spunti moderni ma allo stesso tempo modellata su valori del passato, diretta, passionale. Ascoltando pezzi come ‘Everybody’s Falling In Love’ e ‘My Body’ sembra di essere sbattuti costantemente sulle transenne, sudati e felici, alla ricerca di quel tipo di connessione che il mondo di oggi non offre più così spesso. ‘When We Touch’ inaugura una scaletta che ha visto numerosi produttori coinvolti, tra questi spiccano Mike Del Rio, Nate Campany e Valley Girl, eppure il materiale è di una solidità pazzesca, senza sbavature e più che altro senza quella discontinuità che affligge tante release di oggi, costruite su singoli da Spotify che non trovano l’architettura giusta nella quale collocarsi. ‘Rainbow’ e ‘Angels’ sono altri due passaggi epici, che mostrano il talento fuori dal comune di Laura e la indicano come uno dei personaggi in grado di riscrivere la storia del pop. Che sia contaminato con la new wave, con il rock o la poesia poco cambia