Quando esce un disco degli inglesi provo sempre la sensazione di non capire nulla. Scorrono le canzoni, valuto la produzione ed il songwriting, percepisco le innovazioni rispetto alla release precedente e mi chiedo come facciano a non essere in cima alle classifiche o comunque ad avere una considerazione nettamente superiore a quella attuale. In fondo di gruppi metalcore di questo calibro ce ne saranno altri tre o quattro. Non di più. ‘The Seventh Sun’ e ‘Abandon Us’ introducono il successore di ‘Cannibal’, prodotto anche stavolta da Dan Weller, e settano subito gli standard qualitativi per ogni performance. Qui ci sarebbe da fare un elenco molto lungo. Di sicuro Daniel Winter-Bates e Kristan Dawson sono dei mostri, Adam Jackson ha leggermente mutato il suo stile percussivo rendendolo più affabile e adatto all’intreccio con tastiere e clean vocals ed i featuring di Loz Taylor dei While She Sleeps (‘Heretic’) e Cody Frost (‘The Carcass King’) spaccano. Altri due apici sono ‘Boltcutter’, un pezzo che mi ha riportato alla mente gli esordi, e ‘Majesty’, perché simboleggia sul serio una superiorità e una maestosità disarmanti. L’ingresso di Ed Hartwell e Tom Prendergast non ha cambiato troppo gli equilibri in line-up al contrario di come si sarebbe potuto prevedere e l’artwork occulto lascia intravedere un’apertura verso fasce di pubblico più estreme, a dispetto di un sound che si è fatto ancora più mainstream.