Gli amici di Contempo mi parlavano da tempo del ritorno di quest’artista che ha sempre cercato di porsi come alternativa, un po’ di traverso insomma, al mainstream italiano. Di lui ricordiamo ‘Nessun Riferimento’ e ancor prima ‘Scaccomatto’, concept ispirato a Il settimo sigillo di Ingmar Bergman a riprova di una ricerca compositiva fuori dall’ordinario. C’è tanto rock in ‘Urlo Eretico’, nuovo lavoro in studio eclettico, anticipato da un singolo da “Dipendenza” e ricco di spunti interessanti e di arrangiamenti che citano anni ‘70 e ‘80 ma suonano ugualmente freschi ed energici. Le canzoni tentano di sfuggire al tentativo di ingabbiarci da parte dei media e raccontano una storia di inquisizione. L’eresia citata dall’autore si riferisce alla libera scelta, qualcosa di sempre più raro da trovare in circolazione, e si accompagna alla grande con un approccio compositivo spirituale e libero. La produzione è di talento, live-oriented e colorata – sebbene ‘Io Mi Vesto Di Nero’ sia una delle tracce più significative in scaletta - ma colpisce soprattutto per come sono state diluite “Pillole Rosse” di giri solisti di basso e chitarra senza mai perdere di vista il messaggio globale o scadere in virtuosismi senza senso. Oltre al nome di Andrea Braido, nella lista dei crediti troviamo un altro chitarrista di valore come Giacomo Anselmi e James Rio, figlio di Andrea e vero prodigio della batteria. La società di oggi, dove regnano incomunicabilità e arrivismo, viene descritta con ‘Il Mondo E’ Droga’, i ‘Sensi Di Colpa’ si accumulano senza tregua e pezzi come ‘Monte Shasta’ e ‘Monopensiero’ mostrano modalità di pensiero e di azione in aperto contrasto con la musica facile da consumare di oggi. Un disco rock nel vero senso della parola, come non se ne ascoltano più. Assolutamente da avere l’edizione in vinile.