Credo che ormai la querelle sull’addio della batterista Luana Dametto e della bassista e cantante Fernanda Lira dalle Nervosa sia passata di moda e finalmente gli appassionati di death metal e di metal estremo in generale possono concentrarsi soltanto sulla musica e sull’aspetto creativo. In questo modo ci guadagnano le Nervosa e ci guadagnano le Crypta, autrici di un secondo full lenght di una solidità spaventosa. Dopo l’eccellente ‘Echoes Of The Soul’, il combo si è arricchito della presenza delle chitarriste Jéssica Di Falchi e Tainá Bergamaschi e il pregio maggiore di queste tredici tracce, mixate da Daniel Bergstrand e masterizzate da Jens Bogren, sta nella apparente semplicità con cui un gusto melodico innato si fonde con una serie di partiture tecniche e violente, senza mai far calare il livello di tensione. Durante l’ascolto sono evidenti alcune divagazioni nel black così come nel classic metal e le brasiliane si giocano subito delle carte importanti con ‘Dark Clouds’ e ‘Poisonous Apathy’ per poi misurarsi con dinamiche diverse e gestire bene pause ed improvvise accelerazioni. ‘Lullaby For The Forsaken’ e ‘Lift the Blindfold’ sono altri due passaggi clamorosi ma forse l’apice è ‘Stronghold’, per come sfoggia la compattezza di una line-up rinnovata e desiderosa di omaggiare il passato con la freschezza di chi ha alle spalle solo un altro disco.