Sara Bianchin è l’immensa voce dei Messa, una delle realtà italiane che stanno riscuotendo maggiore successo al di fuori dei confini, e nella circostanza è chiamata a percuotere le spesse corde del basso. David Lucido è l’ex batterista dei Giuda e con il chitarrista e cantante Giorgio Trombino condivide l’esperienza negli Assumption, autori l’anno passato del viscerale ‘Hadean Tides’. I tre avevano già ottenuto un certo riscontro con l’omonimo album di debutto due anni fa, ma è con questo secondo lavoro che i Bottomless sembrano destinati ad essere ben più di un progetto parallelo. La materia trattata è sempre un doom metal di stampo classico, caratterizzato da atmosfere malinconiche e stacchi ritmici letali. Personalmente alcuni pezzi mi hanno ricordato i Cathedral più originali e dilanianti ma, al di là dei paragoni, il suono del trio è monumentale. In quaranta minuti circa, il lato più heavy e demoniaco del metal emerge e pezzi come ‘Stand In The Dimming Light’ e ‘Dark Waters’ riscrivono la storia del genere. Da pelle d’oca anche ‘The Great Unknown’, un brano che davvero vi farà riflettere sull’ignoto, e ‘Drawn Into Yesterdays’, lento dal sapore neofolk che evoca spiriti antichi. La magnificenza di ‘Banishing’ si esprime in una spontaneità che sa tanto di dimensione live e che sorprende per quanto invece sia strutturata la musica. Otto tracce che vorremmo non finissero mai. La speranza è che, impegni dei Messa a parte, i Bottomless possano promuovere dal vivo il più possibile questo materiale. Non solo all’estero, dove sicuramente verranno invitati, ma anche in Italia, dove locali e appuntamenti consoni purtroppo latitano sempre di più.