Terzo album per il rapper texano che si nutre di alternative metal almeno quanto di hip hop. Il minimo comune denominatore è rappresentato dalla passione per gli anni ‘90. Quando parte la title track infatti sembra di ascoltare il primo Eminem e spetta a Markus Videsater dei Solence preparare l’ascoltatore alla deriva apocalittica del pezzo. Seguono la portentosa ‘Sho Nuff’ – probabilmente l’apice assoluto in carriera – e ‘Head Under Water’ – che vede ospiti REDDSTAR e Dan Sugarman degli Ice Nine Kills – e l’atmosfera comincia a scaldarsi sul serio. ‘We Believe’ e ‘Fight’ sono due singoli perfetti e non solo per la presenza di David Draiman dei Disturbed e Chad Gray dei Mudwayne. Nella lista dei crediti troviamo anche AJ Channer dei Fire From The Gods (‘FU 2’), Spencer Charnas degli Ice Nine Kills (‘Retaliation Generation’) e Brandon Saller degli Atreyu (‘Legendary’) a dimostrazione dello sguardo attento di Fenton sull’evoluzione della scena. ‘Woo Hah!’ omaggia Busta Rhymes e c’è tempo per una ‘Standing Ovation’ finale. Il disco è stato prodotto da Matt Good (Hollywood Undead, Asking Alexandria) e segna il compimento di un lungo viaggio. Un viaggio che ha portato Hyro The Hero a realizzare i propri sogni nella musica, dopo fallimenti e cadute. Le cicatrici sono ben visibili, ma ‘Bound For Glory’ potrebbe regalargli la popolarità che merita e personalmente non vedo l’ora di ascoltare il materiale dal vivo.