Dopo qualche anno di silenzio, il mitico Phil Campbell è ritornato con i suoi figlioli “bastardi” per proporre il proprio sound abrasivo e senza scrupoli. Una novità all’interno di questa band patriarcale si è registrata grazie all’ingresso in pianta stabile di Joel Peters che è un cantante totalmente diverso dal suo predecessore e che si sposa meglio con le dinamiche di un gruppo che fa della potenza la sua migliore qualità. Così come capitava con i Motorhead, anche con questa nuova entità il prodotto che ci si aspetta di trovare è abbastanza scontato. Ci si basa, in tutto e per tutto, sulla velocità di esecuzione e sui riff al fulmicotone di un chitarrista come Campbell che è, ancora oggi, molto sottovalutato dalla critica. In “Kings Of The Asylum” si hanno le solite citazioni dei Motorhead grazie a un brano come “The Hunt”, così come è forte il richiamo verso il punk inglese di fine anni settanta che in “Maniac” trova la sua ottima espressione. Da tenere sotto osservazione sono, comunque, brani imponenti come la buia “Ghosts”, la splendida “Schizoprhenia”, in cui la maestria di Campbell nel mettere in piedi diversi riff all’interno della stessa canzone rimane insuperabile, e la frenetica “Hammer And Dance”. Questo lavoro, così come quelli precedenti, nasce per essere suonato tutto d’un fiato dal vivo (sarebbe bello vedere la reazione del pubblico dinnanzi a una traccia come “Too Much Is Never Enough”), il luogo più consono per un’entità come i The Bastard Sons. Ci sono tanti spunti interessanti, vedi la dignitosa titletrack, a cui fanno, però, da contraltare episodi che abbiamo in passato sentito e risentito su questi canali e su altri ancora più noti. La bellezza, però, di lavori del genere è che ti tengono alto il morale e ti danno una bella botta di adrenalina che, tutto sommato, non fa mai male. Quando Campbell lascerà le scene (si spera il più tardi possibile), avrà, comunque, degli eredi che sapranno continuare il percorso del loro noto papà.