Una versione più leggera, ma mica tanto, dei Wargasm. Così potremmo definire in maniera superficiale il sound del primo album del duo nato su Tinder. Hannah "Han" Mee e Jim Shaw si sono infatti conosciuti sull’applicazione per incontri e si sono frequentati per un po’. Una volta terminata la relazione il danno era già fatto e gli Hot Milk si sono subito costruiti una credibilità importante prima nella scena di Manchester e poi a livello nazionale. Nel Regno Unito si sa, i trend nascono e muoiono velocemente ma i ragazzi in questione, ai quali si sono aggiunti il bassista Tom Paton ed il batterista Harry Deller, sembrano determinati a fare le cose sul serio. Dopo tre EP è arrivato il momento di misurarsi sulla lunga distanza e ‘A Call To The Void’, registrato tra la città del derby tra City e United e Stoccolma, ha tutto il necessario per fare bene in classifica. Soprattutto ha le canzoni. Canzoni come ‘Horror Show’, ‘Bloodstream’ e ‘Alice Cooper’s Pool House’ (complimenti per il titolo) che si muovono liberamente tra pop, punk e emo. Julian Comeau dei Loveless appare in ‘Amphetamine’ ed il chitarrista prende il microfono nell’aggressiva ‘Over Your Dead Body’, lasciando aperta la porta ad un’evoluzione futura in ambito heavy. In tour con i Pale Waves hanno già dimostrato il loro valore quindi li attendiamo presto dalle nostre parti.