Il riff dell’iniziale ‘V\CT\M \ PLAY’ è gonfiato a mille e la voce di Stephen Richards non ha smarrito il suo fascino (in ‘SCARED TOGETHER’ e ‘MA’ si supera ulteriormente). L’impatto con l’atteso successore di ‘The Episodes’ è quindi eccellente, a dispetto di una pausa di oltre vent’anni che ha fatto sì che la band di Ann Arbor si ritrovi in un ambiente totalmente diverso da quello che aveva lasciato. ‘SC_SSRS’ può vantare una produzione vecchio stampo e robuste linee melodiche ma il suo pregio maggiore sta nella capacità di distinguersi a livello stilistico, proprio come lo fecero ‘Gift’ e ‘Welcome’ all’epoca. Buona parte del materiale è nato inizialmente per un lavoro solista del leader, che poi è stato convinto da Phil Lipscomb e Jarrod Montague a non mettere da parte lo storico moniker. A completare la line-up è il chitarrista Taylor Roberts dei Riding With Killers e nel disco appaiono anche Elias Soriano dei Nonpoint (‘FAVOUR\TE SONG’) e Audrey Ray (‘LOVE WITHOUT YOU’). Il risultato è un album davvero solido, unico nel suo genere, che si fonda su antichi valori e sicuramente porta con sé un effetto nostalgico ma che allo stesso tempo sa prendere a schiaffi le nuove generazioni di band illuse dai proclami social e incapaci di seguire una direzione artistica originale. In tal senso, ‘SC_SSRS’ non sfigura affatto al fianco degli ultimi lavori in studio di Korn e Deftones, dimostrando che le belle parole spese nei loro confronti quando il fenomeno nu metal irruppe sul mercato non erano fuori luogo. Alcuni passaggi denotano una evoluzione (‘NO ONE ELSE TO BLAME’ e ‘IMAGINING’), altri sono pensati esclusivamente per soddisfare la fame di chi è cresciuto con la musica degli anni novanta. In genere però i Taproot sono riusciti a rimanere onesti a loro stessi e riascoltarli a questi livelli fa bene al cuore.