Fabrizio Paterlini è da tempo uno dei maggiori esponenti della nostra scena neoclassica, nella quale possiamo sicuramente includere pianisti come Ludovico Einaudi e Federico Albanese, artisti multidisciplinari quali Neuf Voix, così come musicisti dal profilo internazionale come Giovanni Guidi o Saffronkeira, sebbene il loro background sia differente. ‘Riverscape’ è il disco che fa per voi se amate le note, non banali, di un pianoforte e le atmosfere cinematografiche, un po’ di derivazione nordica (tanto per intenderci con retaggi di Ólafur Arnalds, Hildur Guðnadóttir e Kjartan Sveinsson), costruite su archi ed elettronica. Un disco dove la poesia viene al primo posto e che permette all’ascoltatore di calarsi in uno scenario magico e ipnotico. Il pezzo che più mi ha emozionato è ‘Be In The Moment’, probabilmente perché ascoltandolo ne ho percepito l’urgenza. Mi ha fatto riflettere su cosa significhi godersi il momento, vivere un percorso umano in cui è difficile farsi scivolare tutto addosso e imparare a togliersi qualsiasi inibizione, nonostante la necessità dell’apparire e l’inganno della rete abbiano spesso la capacità di dettare legge. Un disco che permette di riconciliarsi con l’esperienza classica senza per questo risultare nostalgico. Al contrario, ‘Riverscape’ è il risultato di una ricerca profonda, di una sperimentazione che raramente traspare in melodie tanto affabili e dirette. Ad ispirarlo è la Natura, così gelida a volte e tanto generosa in altri frangenti, a dispetto di come la trattiamo giorno dopo giorno, e scorrendo tracce quali ‘River Flows’, ‘Discoveries’ o ‘Morning Walk’ si ha sul serio la sensazione di attraversare gli scenari “dipinti” dall’olandese Kristel Schneider. Il flusso d’acqua del fiume francese Allier si riflette nei ritmi e nelle onde emotive di un lavoro che merita l’esposizione massima al di fuori dei nostri confini.