Se l’obiettivo dei veneti era di riconciliarci, almeno in parvenza, con la scena rock italiana, allora possono essere davvero orgogliosi del loro lavoro. Ovviamente non parliamo della scena mainstream, che poi non lo è neppure, o di quei progetti da studio che si fanno grossi in rete e poi suonano due volte dal vivo. Parliamo dei gruppi che di kilometri in tour bus ne hanno percorsi a migliaia! Di quei musicisti che arrivano al locale, scaricano il furgone, montano la strumentazione sul palco, suonano come dei matti, salutano il proprio pubblico e poi smontano tutto, caricano di nuovo il furgone e ripartono, perché la mattina dopo devono lavorare. La trilogia pensata in origine da Max Ear (OJM) e Matteo Pablo Scolaro si compie con un doppio vinile lussurioso, che vede la presenza di cantanti che conosciamo bene come Conny Ochs, da poco autore del magnifico ‘Wahn Und Sinn’, Lu Silver (ex-Small Jackets artefice di un percorso solista impeccabile). ‘Swamp Thing’ e ‘The Stumbling Doll’ ci donano alcune delle sfumature più avvincenti degli Ananda Mida, ma l’intera scaletta, per oltre ottanta minuti di stoner rock da paura, è fondata su basi solidissime. Una manciata di canzoni che evoca la risoluzione del contrasto tra le opposte forze e vibrazioni presentate nelle precedenti fatiche in studio. In certi passaggi la componente psichedelica è predominante e pensare alla fine degli anni sessanta o ai primi anni settanta quasi obbligatorio. In altri frangenti invece lo spirito è più rock n’ roll, sguaiato, da strada appunto. La produzione si è evoluta rispetto a ‘Cathodnatius’ e adesso gli Ananda Mida - che in ogni caso possono vantare esperienze di supporto con formazioni del calibro di Black Mountain, White Hills e Fatso Jetson – possono competere a testa alta con quanto di meglio viene proposto all’estero.