Una sfida vinta in partenza quella dei due rapper italiani, che hanno omaggiato il cinema horror, tanto da girare un video con Dario Argento, con un disco crudo e punk nella sua essenza. È sufficiente scorrere i primi brani in scaletta per percepire una profondità narrativa ed una freschezza disarmanti, ma soprattutto dei beat pazzeschi, che sembrano provenire più da una release hip hop mainstream statunitense che da un progetto italiano. Da una parte l’autore di ‘Playlist’ che di fatto è tornato alle sue radici, se pensiamo al debutto ‘The Island Chainsaw Massacre’ o alla collaborazione con Noyz su ‘Midnite’ (‘Rob Zombie’), e dall’altra il membro del TruceKlan con retaggi degli esordi e di ‘Monster’. I quindici brani sono stati prodotti da Lucienn (il cui stile emerge lampante in ‘Anthem’ e ‘Cringe’), Sine (sue le atmosfere più cupe e malate del disco), Ford 78 e dallo stesso Salmo, per un joint-album ispirato, trasgressivo, scritto e rappato da chi è consapevole dei propri mezzi ma non fa niente per nascondere i propri momenti di follia. L’immaginario è quello dell’horror italiano, dei classici americani, ma anche dello splatter-gore più malsano o delle pellicole di Quentin Tarantino (‘Grindhouse’), da poco nelle librerie con lo spassoso Cinema Speculation, e Nicolas Winding Refn e nella lista dei crediti troviamo Marracash (‘Respira’), Kid Yugi, Coez e Frah Quintale. Tanti personaggi dal profilo commerciale, e troppo spesso superficiale, in un quadro globale però che di commerciale, nel senso intrinseco del termine, non ha proprio niente e che al contrario colpisce per la freddezza dei colpi e l’acutezza dell’ironia. Un’opera destinata a raccogliere consensi anche nelle fasce di pubblico più alternative e solitamente poco inclini al rap in lingua madre.