La collaborazione tra il duo formato da Daníel Ágúst Haraldsson e Birgir Þórarinsson e Margrét Rán Magnúsdóttir dei Vök – autori l’anno passato di un terzo album omonimo che li ha donato ulteriore esposizione a livello internazionale – prosegue con grandi soddisfazioni da entrambe le parti ed il successore di ‘Mobile Home’ è un altro colpo messo a segno in una carriera invidiabile. Non solo i GusGus continuano a fare ballare mezzo mondo, trasmettendo messaggi positivi e poggiando la propria arte su visual e beat mai banali, ma si permettono di cambiare concept ogni volta evitando sempre di scopiazzare a destra o sinistra. Stavolta la storia è ambientata in un luogo misterioso, una sorta di store rave, in un futuro nostalgico. Un luogo dove è possibile sperimentare libertà infinita, senza alcuna distinzione di genere. Un posto ideale per un party a metà tra ‘80 e ‘90 con luci colorate e tanta gente figa. Un po’ per il fatto che provengono dall’Islanda e non hanno il background di buona parte dei colleghi e un po’ perché l’essenza del progetto non è mai stata intaccata dal successo, la loro musica funziona come se non fossero passati quasi trent’anni dalla nascita del progetto. ‘Danceorama’ scorre come se fosse il disco del dj più in voga del momento, ti entra dentro in pochi minuti e può vantare suoni avanguardistici e trame pop da alta classifica. Högni Egilsson (Hjaltalín) impreziosisce ‘Breaking Down’, Margrét è clamorosa in ‘When We Sing’ e la title track è una base strumentale techno che non si staccherà facilmente dalla vostra materia cerebrale.