Negli ultimi anni Church Road Records ha promosso band interessanti come i Blodlet di Hilda Heller, gli Svalbard, adesso passati su Nuclear Blast, e gli Heriot. Adesso è il turno di questa avvincente realtà post-black metal in cui mi ero imbattuto in passato grazie ad un oscuro mixtape della Third I Rex. Due anni orsono, ‘Our Bodies Burned Bright On Re-Entry’ aveva già dato la misura del loro valore, soprattutto dal punto di vista tecnico, ma è con questo secondo lavoro che gli Underdark dimostrano di possedere qualità rare da trovare in circolazione. ‘Managed Decline’ è un disco black metal a tutti gli effetti. Violento, crudo, oscuro, scabroso. Allo stesso tempo però è un disco che inevitabilmente attrarrà anche appassionati di altri generi perché al suo interno si trovano stimoli strumentali e vocali riconducibili al post rock o all’hardcore-punk. Addirittura alcune atmosfere risultano rovinose e piene di detriti come se ‘Managed Decline’ fosse un disco industriale. La voce di Abi Vasquez è micidiale ed i testi sono incentrati sulla storia di tre generazioni di degrado vissuto dai residenti di una cittadina delle Midlands. La sulfurea ‘The Past We Inherit, The Future We Build (28th February 1972)’ e ‘Matrimony’, che sfuma quasi nel blackened death, sono di grande impatto ma gli apici in scaletta sono senza dubbio ‘Managed Decline I (1st April 1988)’, nove minuti letteralmente agghiaccianti, e ‘Employment (16th June 1993)’.