Parlare bene dei Radiohead è diventato noioso. Ah no, stavolta sono i The Smile. Vale però lo stesso discorso. É come parlare bene della propria squadra del cuore, anche quando perde oppure offre una prestazione rivedibile. Per rimanere nell’attualità, è come parlare bene di Povere Creature! di Yorgos Lanthimos, regista ormai di culto dopo averci regalato Dogtooth e Il Sacrificio del Cervo Sacro, solo perché ci piace Emma Stone e la locandina è figa. Ormai nel mondo dei social è così. Vale l’apparenza, molto prima della sostanza. E nello specifico non siamo neppure più al cospetto di un lavoro sperimentale, oscuro, scritto in isolamento o dedicato a chi ha tuttora dei principi. ‘Wall Of Eyes’ è un disco per tutti. Fruibile e melodico. Vincente in ognuna delle sue parti. Thom Yorke e Jonny Greenwood, assieme Tom Skinner, si sono messi a scrivere canzoni. Le registrazioni si sono svolte tra Oxford e gli Abbey Road Studios di Londra, con gli archi eseguiti dalla London Contemporary Orchestra e la produzione di Sam Petts-Davies, già a servizio di Yorke per la colonna sonora di ‘Suspiria’ e un paio di pezzi della serie televisiva Peaky Blinders. L’ansia trasmessa da ‘You Will Never Work In Television Again’ in ‘A Light For Attracting Attention’ sembra svanita e tornano le geometrie al limite del prog di alcuni dischi dei Radiohead (‘Wall Of Eyes’ e ‘Read The Room’). L’elettronica è potentissima in ‘ Teleharmonic’ (un po’ Burial, un po' James Blake..) mentre ‘Friend Of A Friend’ si riallaccia palesemente a ‘Free In The Knowledge’ e ‘Bending Hectic’ anticipa la chiusura solenne di ‘You Know Me!’ muovendosi liberamente tra aggressività primordiale e psichedelia. Sulla capacità di scrittura, unica e profonda, c’è poco da aggiungere. ‘Wall Of Eyes’ non è però il classico disco da progetto parallelo, destinato a rimanere negli scaffali a prendere la polvere. É un disco che potrebbe sul serio fare la storia e il manierismo che traspariva in qualche passaggio dell’opera prima è totalmente dissolto. Di fronte a tanta bellezza si può solo socchiudere gli occhi e lasciarsi andare. So solo che li vedrò tra pochi mesi al Northside di Aarhus e non sto nella pelle.