Gli inglesi sfoderano il loro capolavoro assoluto, a distanza di sette anni da ‘You Are We’, universalmente considerato come uno dei capisaldi del metalcore moderno. Per superarsi ancora una volta si sono chiusi in studio col fidato Carl Brown e hanno abbassato qualunque resistenza, decidendo di proseguire nel percorso di sperimentazione inaugurato da ‘So What?’. ‘Sleeps Society’ invece era apparso più un ritorno alle origini, un modo di riabbracciare i propri fan e starsene al sicuro, tra un breakdown e l’altro. Adesso invece i limiti non esistono più e l’elettronica, sia quella più pulsante e dance sia quella ambient, domina il loro materiale, che non ha minimamente smarrito l’aggressività live di sempre ma che allo stesso tempo propone le linee melodiche più robuste di una storia che forse deve ancora scrivere le sue pagine più importanti. Già dai primi minuti si evince come la band sia riuscita a raccogliere un enorme numero di singoli senza perdere in compattezza. Questo è infatti il tipico album che può essere spezzettato per scalare le classifiche dei servizi streaming e imporsi nelle playlist di settore, ma ugualmente accontentare chi è tuttora fedele al formato fisico. Il fatto che Carl Brown nel frattempo si sia dato da fare con gli Sleep Token, per un altro disco definitivo come ‘Take Me Back To Eden’, lascia intendere un’atmosfera elettrica in studio e pezzi come ‘Leave Me Alone’ e ‘To The Flowers’, addirittura tagliata in due da parti soliste di synth e chitarra, sono quanto di più avanti i While She Sleeps abbiano mai pubblicato. Il guitar work di Sean Long, supportato in fase ritmica da Mat Welsh, è eccezionale e, in questa complessa varietà di arrangiamenti, Lawrence "Loz" Taylor ha saputo tirare fuori il massimo del suo spettro vocale. Non mancano neppure i numeri old school tipo ‘Down’, non a caso impreziosita dalla presenza di Alex Taylor dei Malevolence. ‘Out Of The Blue’ è downtempo mixato con jazz ed in chiusura spicca ‘Radical Hatred Radical Love’. Alzi la mano chi si sarebbe aspettato una ballata dai While She Sleeps cinque anni fa. Questo è il potere della musica e quando la ricerca di qualcosa di innovativo e di più accessibile si accompagna ad un grande songwriting a guadagnarci siamo noi che respiriamo di musica ogni giorno. Se amate The Prodigy, Linkin Park e Deftones troverete conforto in ‘Self Hell’ e le recenti scelte artistiche dei Bring Me The Horizon, chiamati ad una resurrezione dopo un periodo creativo abbastanza sottotono, vi sembreranno meno ostili. Sarà anche curioso vedere come la scena anglosassone, ma di riflesso anche le altre, risponderà ad una release del genere.