Quel furbacchione di Peavy Wagner se la cava un’altra volta con un doppio album che, aggiungerei di proposito, non sceglie tra la passione per la musica classica e la versione più fresca e moderna possibile dell’heavy-thrash che ha reso celebri i tedeschi nel mondo. Al suo fianco troviamo il batterista Vassilios Maniatopoulos ed il chitarrista Jean Borman, che non sfigurano pur non potendo vantare l’esperienza di chi li ha preceduti. ‘Afterlife’ è di fatto la visione di heavy metal che gli autori di ‘The Missing Link’ e ‘Black In Mind’ possiedono adesso mentre ‘Lifelines’ è ricco di orchestrazioni che richiamano alla mente ‘Lingua Mortis’ e vedono protagonista il tastierista Marco Grasshoff. Chi non ha mai sopportato i Rage, soprattutto a causa delle produzioni stantie, continuerà a farlo perché il successore di ‘Resurrection Day’ non fa nulla per invertire tale tendenza. Se però amate le commistioni tra power e thrash, i riff quadrati e gli stacchi di batteria potenti, oltre ad aperture melodiche sontuose (‘Dead Man’s Eyes’ e ‘Toxic Waves’), allora andate a colpo sicuro. ‘Dying To Live’ ricorda le ballate dei Blind Guardian, ‘The Flood’ mostra un eccellente bilanciamento tra le varie influenze del gruppo e ‘Curse The Night’ ripropone un’anima progressive che nelle ultime release sembrava essere stata messa da parte.