Ci sono dei dischi che a mio avviso vanno valutati al di là dell’aspetto tecnico. Per carità, il duo di Wroclaw sarà impeccabile anche sotto quell’aspetto, ma non è ciò che conta. Il secondo disco di Hyperborean e D.S.P., entrambi legati pure ai Chthonic Cult, è infatti di un cinismo esasperato e trasmette vibrazioni potenti che vanno oltre le definizioni di stile o le considerazioni classiche legate all’universo musicale. É black metal per carità, con connotazioni mitologiche evidenti, però quello che colpisce è l’ossessività della proposta e non la vicinanza o meno a chissà quale formazione norvegese o americana già capace di imporsi a livelli internazionali. Rispetto all’esordio di quattro anni orsono, ‘Deliria And Dreams’, il suono di batteria risulta più live ed il gusto melodico vicino a certe cose dei Solbrud. I sei brani in questione generano un flusso di coscienza assurdo, tra divagazioni atmosferiche e momenti più caotici e ipnotici che creano dei veri e propri loop mentali. ‘A Monument I Shall Raise In Flame’ e ‘In Tenebrous Depths, A Transfiguration’ meritano di trovare spazio nelle playlist di settore e, in generale, questa gemma underground merita di essere scoperta da più appassionati di musica estrema possibili. Magari tra un paio di anni li ritroveremo su un’etichetta oscura ma importante, oppure non ne sentiremo più parlare. Alla fine, quando da adolescenti giravamo con le tasche piene di musicassette copiate fino al logorio dei nastri, non ci sarebbe parso così strano trovarne qualcuna infilata tra le tombe dei nostri antenati.