Un disco che incarna con esattezza quello che mi sono immaginato quando ho pensato alla trasposizione live di ‘Veti e Culti’. Non poteva essere differente. Doveva essere esplosivo, catartico, avvolgente e mitico. E così è stato, al di là delle aspettative. Le Pietre Dei Giganti sono saliti sul palco di Serravalle Rock, prima della poetica performance di Andrea Chimenti di supporto a ‘Il Deserto La Notte Il Mare’, e hanno saputo creare fin da subito una forte connessione con il proprio pubblico. Lo hanno prima sorpreso, poi ammaliato e poi ancora sospinto in un’altra dimensione, prima che il fuoco avvolgesse ogni cosa. La magnifica Rocca di Castruccio ha fatto da sfondo ad un set memorabile di cui ancora si percepisce la eco, anche grazie ai fonici Giacomo Luporini e Massimiliano Batosti. ‘Foresta II (La bestia)’ è stata scelta per presentare questo album che riprende quell’esperienza con l’aggiunta di altre tracce registrate all’Auditorium Novecento di Napoli, tentando di ripetere quel rituale esoterico nelle nostre case. Mentre la temperatura diviene bollente e lentamente ci viene restituita la carica primordiale e istintiva di ‘Ohm’ e ‘Polvere’ abbatte ogni tentativo di resistenza e la visione di ‘Veti e Culti’ appare in tutta la sua completezza. A tratti emerge una spiccata propensione per la psichedelia, comprese alcune divagazioni nell’ambient, mentre in altri frangenti lo stoner rock dei fiorentini si indurisce di colpo, si materializza sporco e ruvido e deflagra in tutta la sua metallica energia. La voce solenne di Lorenzo Marsili catalizza tutte le emozioni scaturite dalle gigantesche chitarre e Francesco Nucci è un batterista straordinario, fidatevi perché durante il concerto ero a due metri da lui e mi ha letteralmente ipnotizzato. Spetta poi a Francesco Utel e Niccolò Pizzamano alimentare i contrasti di un suono che omaggia la Natura, dagli aspetti sinistri e dal potere trascendentale. Gli ‘Abissi’ si spalancano a seguito dell’apoteosi oscura di ‘Quando l'ultimo se ne andrà’ e non è più tempo per le parole. Se il fuoco è un'istantanea allegoria per la musica che divampa in concerto, questo non è solo un live. È molto di più di un live e starà a voi scoprirlo.