Gli Hunter sono tedeschi ed hanno un lungo pedigree, dal momento che si sono formati nel lontanissimo 1983. Hanno vissuto gli anni d’oro dell’hard rock e del metal, ma hanno, sfortunatamente per loro, raccolto molto meno di quanto avrebbero meritato. Dopo uno scioglimento quasi immediato, si sono riuniti, come spesso accade in certi casi, nel nuovo secolo sfornando ben tre album prima di questo interessante “Rock ’N’ Roll Vip”. Le coordinate sonore dei teutonici appaiono abbastanza chiare: si passa tranquillamente dai Thin Lizzy ai Whitesnake dei primissimi tempi in modo molto evidente, anche se l’influenza più grande che si avverte in ogni singola nota rimane quella di Bon Scott e dei suoi AC/DC. Insomma, individuato il range in cui si muovono questi signori abbastanza attempati, è giusto addentrarci all’interno di un disco che è pregno di buone canzoni, tutte basate su riff molto semplici e su melodie di un certo rilievo. Canzoni come la titletrack, l’ottima “Dust’N’Bones” (nulla a che vedere con quella dei Guns) e “Black Cat” si inseriscono nella purissima tradizione dell’hard rock classico, in cui tutto era ben definito e suonato con un certo gusto. C’è sicuramente da divertirsi, soprattutto per i nostalgici di certe sonorità, nel cantare brani come “Hard To Survive” o “Runaway Ramp”. Insomma, questo nuovo capitolo dei tedeschi è una sorta di bignami di quello che già si conosceva a menadito nell’ambito del rock e dei suoi dintorni più aggressivi. Non sappiamo, però quanto possa attecchire un prodotto del genere tra le nuove generazioni, mentre siamo sicuri che in Germania (nazione da sempre in prima fila quando si parla di hard rock), un disco di questa matrice farà sicuramente proseliti tra nostalgici e curiosi della prima e anche dell’ultima ora.